Taste di Firenze 2019 con cinque aziende lucane e il peperone crusco di Senise
6 Marzo 2019A Senise gestiscono la Masseria agricola Mab: tutto è nato per caso, grazie a una zia pittrice. Al Taste di Firenze presentano il crusco fritto nei vasi di vetro e uno a sorpresa, dal gusto… sorprendente
Ci vuole passione, determinazione. Ma serve anche una visione. Così si inseguono i sogni e si trasformano in realtà. Potrebbe essere racchiusa in queste poche righe la filosofia che ha spinto una giovane coppia, partner nel lavoro e nella vita, a partire dal niente e a mettere in piedi un’azienda agricola che, dedicandosi all’intero ciclo produttivo di un prodotto di nicchia, sta raccogliendo in Italia e all’estero notevoli consensi. Parliamo di Enrico Fanelli, 38 anni, e Maddalena Guerriero, 34. Vivono tra Roma e Senise, dove ha sede la loro Mab, Masseria agricola Buongiorno e dove coltivano, lavorano e trasformano il peperone crusco, “l’oro rosso della Basilicata”.
Il peperone Igp di Senise sarà tra i protagonisti al Taste Firenze, che si terrà il 9, 10 e 11 marzo grazie alla Masseria Agricola Buongiorno, azienda iscritta al consorzio di tutela, che farà parte delle quasi 400 aziende di nicchia protagoniste dell’evento e presenterà, appunto, agli addetti del settore uno dei prodotti simboli della Lucania, il peperone crusco.
Taste si terrà all’interno della stazione Leopolda a Firenze: è uno degli eventi food più attesi dell’anno, definito il salotto italiano del mangiar bene, luogo in cui i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia e un alto numero di foodies trovano occasione per incontrarsi (l’evento aprirà le porte sabato dalle 9.30/ 14.30 per gli operatori del settore e dalle 14.30 in poi per il pubblico).
“Il Peperone di Senise Igp , conosciuto anche come peperone crusco, verrà presentato nelle sue nuove vesti. Inoltre in occasione dell’evento verranno presentate le novità dell’anno, prodotti che, uscendo dai classici accostamenti, si presenteranno con i nuovi progetti”, racconta Enrico Fanelli.
Tema del Taste di quest’anno sarà il ‘pianeta Pane’, all’interno del quale si svolgeranno laboratori con maestri panificatori, per approdare sulle tavole di chef stellati sino a mostrare le bakery di tendenza.
“L’azienda Mab, sposerà il progetto del tema pane, argomento molto attuale e sentito in Basilicata grazie anche all’evento Matera Capitale Europea della cultura 2019, mettendo in degustazione quello dell’antica tradizione dei forni di Matera, con il pane di Matera Dop accostandolo alla semplicità ed unicità del gusto ancestrale, dell’olio di peperone crusco in polvere”, spiega ancora Enrico Fanelli.
La loro azienda (che a Firenze sarà allo stand D38) in pochissimi anni ha conquistato il palato di tanti intenditori e anche i mercati interni e stranieri.
Ma com’è nata l’idea di Mab?
In origine è un’azienda agricola di famiglia che era quasi in stato di abbandono. Produceva solo olio extra vergine. Nel 2016 ho cambiato lavoro, e in un periodo di separazione dal mio precedente lavoro, stavo a Senise così ho cominciato a coltivare il prodotto tipico per eccellenza di quel territorio, il peperone Igp. All’inizio abbiamo cominciato a vendere solo il prodotto essiccato, poi, a mano a mano abbiamo fatto alcuni prodotti trasformati. Da quest’anno abbiamo anche il riconoscimento Igp, su tutto quel che produciamo. Siamo gli unici, insieme ad altre due o tre aziende, in Basilicata.
Quel terreno era di una vostra zia
Sì e Mab è proprio l’acronimo del suo nome, Maria Antonietta Buongiorno. Lei è venuta a mancare, io ho dato il suo nome alla mia azienda in suo ricordo. Mia zia firmava Mab i quadri che faceva, insegnava e aveva la passione per la pittura.
Fino al 2016 però a sfruttare la terra non ci pensava neppure?
No, pensavo a tutt’altro, lavoravo nel settore finanziario. Ho cominciato per gioco, oggi è una passione che è diventato anche un lavoro.
Ci si può campare?
Si, se fatto con determinati criteri e producendo qualità, ci si riesce. Abbiamo quattro persone assunte per tutto l’anno e nel periodo di produzione aumentiamo gli addetti. E poi c’è la mia compagna che, pur svolgendo un altro lavoro, mi dà una mano nella gestione dell’azienda.
Uno dei vostri prodotti è il peperone crusco già fritto.
Si, lo produciamo fritto e lo confezioniamo in vasi di vetro. Lo commercializziamo in Italia e all’estero.
Quali sono i Paesi stranieri che ve lo richiedono?
Dall’Europa abbiamo richieste da Francia e Germania. E poi Cina e Giappone
Sono lucani che vivono là?
No, sono soprattutto turisti che venuti in Basilicata anche grazie al richiamo di Matera 2019, hanno conosciuto il peperone e l’hanno apprezzato. O ci hanno conosciuto grazie alla nostra forte e capillare rete di comunicazione.
Da un po’ di anni, ormai, è il prodotto lucano più conosciuto
A dire il vero ha ancora un difetto: dev’essere conosciuto e divulgato un po’ di più in Italia, c’è tanto d fare ancora. Anche se ultimamente, grazie al traino di Matera capitale della cultura, sono stati raggiunti buoni traguardi. Preciso che l’attività di comunicazione all’estero ancora non è partita a regime, credo che vada fatta prima una conoscenza maggiore nel nostro territorio e solo dopo poter uscire dai nostri confini.
L’idea del crusco fritto nasce con voi?
Qualche azienda ci ha provato addirittura negli anni Novanta. Ma ritengo che per ottenere dei risultati bisogna crederci e insistere, occorre portare avanti l’idea, anche se con fatica, farlo conoscere. Noi siamo stati non i primi ma forse quelli che ci hanno creduto di più, comunque ci sono anche altre aziende che stanno lavorando bene
C’è qualcosa che si può ancora proporre di innovativo che riguarda la trasformazione del peperone?
Al Taste di Firenze presenteremo alcuni prodotti nuovi e la nuova linea di packaging. Uno debutterà proprio a Taste: con un gusto molto particolare.
Da usare come dessert?
Si, magari da abbinare a un buono champagne o a un rum. E facciamo anche altre ricette: una mousse di peperoni e olive e una confettura di peperoni. Siamo l’unica azienda che ha cominciato a fare il peperone grigliato, fresco, cotto al forno e messo sott’olio.
Articolo tratto da: Storieoggi.it